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Scientemente incosciente
Sarebbe meglio che assecondassi i miei lustri
e mi decidessi una buona volta a crescere,
il bianco che mi incorona vorrebbe saggezza
ma non me ne curo, ho il cuore bambino.
Ho lasciato l’anima stesa ad asciugare,
come in eterna vacanza attraverso il tempo:
niente paura, ho una buona scorta di fazzoletti
per le prossime lacrime di coccodrillo!
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Il mio nemico
L’acqua del fiume scorreva lenta attorcigliandosi in pigri mulinelli, seduto sulla sponda, lo sguardo fisso al niente, attendevo un evento che desse senso alla vita sino allora vissuta. Solo lo sciabordio del fiume teneva desti i miei sensi. Non so quanto tempo ho trascorso così, sulla riva di quel fiume. I mulinelli inghiottivano i cadaveri dei miei anni ormai consunti ed erosi ma attendevo, sicuro che il nemico di lì a poco sarebbe passato. Lo vidi arrivare, finalmente, e lo seguii con lo sguardo: ero io. Soddisfatto lasciai la riva di quel fiume e me ne andai. Ora, seduto sulla sponda di un altro fiume, attendo che passi il cadavere dell’ultimo nemico: il tempo. Ma forse è già passato e non me ne sono accorto.