Leggende del Popolo Maya
e Note su Chichen Itza
Parte Prima
Al momento sto portando alla vostra attenzione, la leggenda di Lord Tula, Signore dei Cinque Tuoni e Cawek il Signore del Popolo della Foresta, nel mio racconto “Romancing the Maya”, che vi sto presentando a puntate su Rosso Venexiano. Questa è una delle molte leggende popolari appartenenti alla credenza Maya e ben conosciuta da molti studiosi e da altri che desiderano conoscere più profondamente la mitologia Maya. E` altrettanto vero che i Sacerdoti Maya di quei tempi possedevano poteri istrionici e divinatori ed erano capaci di intercedere con le loro Divinità. Questi sacerdoti appaiano spesso nelle storie e nelle leggende del passato in innumerevoli e coloriti fatti appartenenti a quel popolo, nelle sfaccettature dei racconti che le rendono quasi irreali con una vena d’inscrutabile mistero.
Ma chi era veramente questo popolo che ancora mille anni BC avevano raggiunto poteri e conoscenze inestimabili nell’arte e nelle scienze, e che ancora oggi, con tutte le nostre capacità di studio, ci fanno stupire per il grado di precisione dei loro calcoli matematici e senza avere l’aiuto di strumenti o risorse tecniche?
Ricordo il mio stupore, nella prima visita a Chichen Itza, la più grande città lasciateci dai Maya, quando al giungere sul luogo dove sorge il loro osservatorio astronomico, mi chiesi con stupore e ammirazione, come fosse mai possibile a quegli studiosi poter calcolare con esattezza il corso delle stelle, avendo a loro disposizione unicamente come aiuto unicamente alcune feritoie nel soffitto del tempio, e alcune pozzanghere d’acqua sul pavimento del cortile esterno. Fui sbalordito allora e lo sono altrettanto oggi ripensando a quel fatto.
Ma i loro calcoli erano così perfetti, che furono trasmessi ai posteri, che ancor oggi, increduli, li trovano indicati sulle loro piramidi, che sono ben due in Chichen Itza. Ecco alcuni dei risultati strabilianti, che si trovano nel contare il numero di scalini che conducano verso l’alto, che nella loro forma matematica esprimono esattamente il numero dei giorni dell’anno, (365 esattamente come noi) e poi, sulla parte sovrastante, che conduce dal piazzale al tempio alla sua sommità, il numero di scalini ci indica esattamente il numero di giorni nella loro settimana. Ma non stupitevi, esiste pure la rivelazione religiosa del più potente dei loro Dei, Il Serpente Piumato, che appare tutt’oggi agli occhi increduli di 50 o 60 mila spettatori durante la notte di plenilunio di Settembre, durante la quale si può ammirare la luce riflessa dai raggi della luna, che appaiono come il muoversi del divino serpente che attraversa il terreno, che divide la piramide all’opposta estremità del piazzale del Tempio dei Guerrieri prima, per poi vederlo seguire, imitando il muoversi del serpente, nell’arrampicarsi, scalino dopo scalino, sotto la forma del fascio luminoso della luna, sino a raggiungere la sommità della piramide. Non è questa forse una manifestazione evidente della loro capacità istrionica e matematica delle loro capacità?
Questo popolo misterioso visse su un largo territorio che si espande sulla parte meridionale dell’Yucatan, e da qui s’inoltra in quelle che sono oggi le sconfinate foreste del Guatemala. Raggiunsero una potenza enorme, furono saggi commerciati, e divenne un popolo potente, rispettato, erudito. Poi qualche secolo prima che i Conquistadores Spagnoli giungessero in queste terre, le loro città incominciarono a essere abbandonate e divennero presto città morte.
I Conquistadores pensarono al loro arrivo di eleggere la città di Chichen Itza come loro capitale, ma poi si sentirono intimoriti di tale grandezza e sistemarono la loro capitale, un centinaio di Kilometri più a sud, e crearono Medina che tuttora risplende nella grandezza colonica di quell’epoca.
Ma cosa avvenne di Chchen Itza? Venne dimenticata e dormì nel sonno della morte sino a circa la metà dell’ottocento, quando quell’estensione di territorio appartenente alla città venne venduta dal Governo Messicano per il misero valore di Mille Pesos, ad un cittadino del Nord America, Edward Thomson. Fu suo merito che la città ritornò alla luce del sole. Si sa bene che i secoli, vegetazione, incuranza completa cambi ben presto l’aspetto fisico del luogo. Era allora, dopo cinquecento anni, divenuto un luogo irriconoscibile. Ben si pensi che le stesse pareti delle piramidi fossero ricoperte da arbusti e fitta vegetazione, i templi negletti e in rovina, e migliaia di opere d’arte sepolte tra le macerie.
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Una delle molte leggende pone come capostipite dell’Impero Mayo Lord Pacal (oppure Pakal). La leggenda ci dice che proveniva dalla città avente il nome altosonante di Atlante e che sappiamo come nel tempo passato questa città si inabissò nell’oceano.
i figli del re di Atlante furono incaricati dal volere del padre di andare in direzioni opposte e di portar con loro a popoli lontani, le conoscenze raggiunte nella citta di Atlante, come la loro religione, e i miti del loro popolo, e di creare in quei posti prescelti nuove potenti dinastie. Fu mai possibile ciò? Possono esistere connessioni capaci a provarlo?
Forse è possibile se si pensa alle similarità esistenti tra il popolo faraonico e la civiltà Maya. Inoltre bisogna pensare che in quel lontano passato, nel tempo in cui Atlantide era esistente, i continenti Americani e quelli Europei erano ancora uniti, facilitando in questo modo, a quei popoli provenienti dalla città sommersa di sfuggire altrove dal cataclisma dell’inabissamento, portando con loro le conoscenze scientifiche e religiose. Questo è quanto fu tramandato a noi con il nome del Culto Solare, del Serpente e del Fallo.
Come poi potremmo spiegare le similarità esistenti usate nel sistema numerico usato dagli Itza-Maya e quello dei Nagas, in India, sia esattamente lo stesso?
Inoltre esistono altre similarità che sono rispecchiate dalla credenza religiosa Maya e che sono espresse nel Pop Wuj, ossia la scienza che è venuta dal mare e che racconta la storia delle origini della creazione del mondo.
Queste leggende fanno parte del mio secondo racconto che riguardano le città Maya, “It Happen in the Gulf of Mexico”, e che vi presenterò in un breve futuro.
Ma ritorniamo ora sulla città e misteri di Chichen Itza.
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