A Tale of the Past – I Primi Ricordi

I primi Ricordi

CAPITOLO 1 PARTE 2
       Fu alla mia prossima visita settimanale, che trovai mia madre di buon umore. Sulle sue guance era ritornato un colore rosato così pure il suo dolce sorriso, che ben ricordavo, era riapparso sulle sue labbra.

Era compiaciuta nel rivedermi, molto più loquace del solito e meno riservata.

Mi accolse con un, ‘Oggi mi sento meglio e mi sento felice. Lo sai perché? Sento che oggi è motivo di celebrare.’

‘Perché mai Mama?’

    ‘Te lo dico in un momento, ma prima vai nello scantinato dove troverai alcune vecchie bottiglie di Ramandul. Lo sai che quel vino viene da Nimis da una vigna che confinava con quella di mia nonna Maria? Li ricordo bene quei luoghi poiché vissi là da ragazza. Nimis è il luogo da dove proviene la mia famiglia, ma dimmi Carlo, quanto conosci di loro?”

“Non molto. Siete sempre stati schivi a parlare di loro.”

“Bene, questo è il motivo che occorre quel buon Ramandul. Brinderemo alla famiglia. Bevendo quel vino sarà più facile per me rivivere quei giorni passati e potrò raccontarti della famiglia patriarcale dei Tullio.”

Mama, lo sai che sei veramente bella oggi? Poi vedendo che hai desiderio di parlarmi di loro mi piaci ancor più.”

“Vedo quanto sorpreso sei, Carlo. Lo so, siamo sempre stati schivi nel rivangare il passato. La verità è che troppe volte è doloroso farlo. Ma questo è il principio di tutto e già conosci da dove i Tullio provengono. Darò inizio al mio racconto all’inzio del novecento, quando Nonna Gigia era quindicenne e la famiglia dei Tullio era una delle più agiate del luogo.”

“Si, ricordo quei luoghi. Passammo da Nimis assieme a nonna Gigia quando la guerra finì.  La nonna ci condusse in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Castelmonte, per tener fede ad un voto fatto da lei e come ringraziamento alla Madonna che tutti noi si era salvi alla fine delle ostilità belliche.”

“Ti dicevo che i Tullio vivevano a Nimis, una località poco distante da Udine. Ma penso che originalmente provenivano dall’Ungheria. Al principio del ‘900 Nimis faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico. Ripensandoci, non sono sicura se veramente la famiglia venne dall’Ungheria. Ma son ben certa che per decenni i Tullio ebbero appalti di lavori di costruzione in quelle terre. Mia madre me ne parlava spesso. Lei pure visse per alcuni anni a Budapest ed anche in Transilvania. Suo padre Francesco ritornava a Nimis solamente nel periodo invernale, quando i lavori stagionali finivano. Ma maggior parte dell’anno era via per lavoro sia a Budapest … ma forse, mio Nonno Francesco aveva lavori in appalto in entrambe le località, o forse i lavori erano solamente in Transilvania? Come al solito sono un po` confusa…  Be’, lo sai che la mia memoria mi sta lasciando, abbi pazienza, Carlo. Problemi di vecchiaia… Purtroppo sto` dimenticando troppe cose.”

“Si, lo so che fai del tuo meglio. Purtroppo tu sei l’unica che è a conoscenza della vita dei nonni di Nimis. Gli altri figli della nonna Gigia ricordano ben poco di quanto hanno sentito raccontare del passato. Questo è quanto Sergio mi disse al telefono quando parlammo l‘ultima volta.”

“Si, io sono l’unica figlia a cui mia madre piaceva narrare della sua vita giovanile, durante le lunghe notti invernali. Nel passato, quello era il modo in cui si tramandavano le leggende famigliari. Forse avrei dovute scrivere quelle memorie allora, ma sai nei tempi passati ben poco veniva scritto. Tutto era tramandato da padre a figlio, nel modo che sto` facendo ora con te. Ricordati son passati ben più di cent’anni da allora. Lo sai che in quei tempi ben poco veniva scritto e molti degli affari, anche i più importanti, erano suggellati con una stretta di mano senza alcun altro documento firmato. Nel passato conoscevo molte cose dei Tullio e di molti altri a cui ero connessa per affetti… ma purtroppo molti ricordi sono svaniti dalla mia memoria. Si, devo ammetterlo sono troppo vecchia, così…”

“Senti Mama, tu mi racconti quelle cose come ti ritornano in mente, non importa che tu segua un filone cronologico, poi io col tempo posso riordinare tutto per te, va bene? Che ne pensi?”

“Certo, è più facile per me in quel modo. Scusami le mie confusioni odierne, ma di una cosa sono più che certa riguardo quella zia Ungherese. Era nata nobile e Nonna Gigia mi disse che la loro casa patriarcale si trovava nella valle creata dal Danubio. Nonna Gigia ha pure vissuto per un certo tempo assieme a quella zia nella loro residenza a Budapest. Allora era molto giovane e bella. Fece parte della vita locale assieme alle sue cugine Ungheresi della sua stessa età`. Nonna Gigia mi parlava spesso di quei giorni spensierati della sua gioventù. Ti prometto che un giorno ti parlerò lungamente di quei giorni giovanili di lei.”

“Grazie Mama. Ma non mi avevi chiesto di andare a stanare una di quelle bottiglie di Ramandul? O te ne sei scordata? Voglio proprio assaggiare tale rarità di un vino cosi vecchio e pregiato.”

 “Si ma fai presto. Non voglio perdere il filo del discorso.”

Al ritorno riempii due calici di quel vino dorato e poi mia madre, mentre sorseggiava dal calice, per incanto incominciò una lungo ininterrotto racconto,

“Ti stavo parlando dei Tullio Di Nimis. Mio nonno si chiamava Francesco, ed era il secondo nato. Ma fu lui che ereditò l’impresa paterna e continuò i lavori dei Tullio che da decenni avevano in Ungheria. Mi ricordo che era un uomo arcigno, tipico di quei tempi passati. Era di corporatura massiccia, grande come un ciclope, e incuteva rispetto a chi gli era vicino. Tua Nonna Gigia parlava di lui come fosse un dio onnipotente a cui tutto era dovuto. Mi disse che vide suo padre solamente un paio di volte con un lieve sorriso sulle labbra, ma poi raramente era assieme al padre poiché, nella buona stagione, lui viveva in Ungheria preso dai suoi affari, mentre la famiglia viveva nella grande casa patriarcale in Nimis. Un’altra cosa che distingueva Nonno Francesco e che lo rendeva imponente, era il fatto che sfoggiava quegli enormi baffoni, tanto in voga allora e che chiamavano alla Francesco Giuseppe, dall’Imperatore Austro-Ungarico che introdusse quella moda. Nonno Francesco era fiero dei suoi baffi, di cui aveva una cura particolare, ed erano ben paraffinati per dare la dovuta consistenza e capaci di stare eretti e di più erano ben arrotolati ed appuntiti alle cime che lambivano le orecchie.

Vuoi che ti racconti un fatto buffo riguardo i suoi baffi? Come dissi il Nonno ritornava a Nimis solamente nel periodo invernale, periodo in cui I lavori all’aperto erano impossibili. Sua moglie, Nonna Maria, era molto più giovane di lui, e apparentemente soffriva della sua apparenza troppo vecchiotta e che in quei giorni, per la moda dei tempi, vedeva i giovanotti sfoggiare baffetti leggeri ed appena pronunciati. Sicché al ritorno invernale del marito prese il coraggio di chiedere al suo bel Francesco di modernizzarsi un po’, e di sacrificare quei baffoni per qualcosa di più alla moda sopra il suo labbro. Ma lui no. Imperterrito disse a Maria. “Questi baffi stanno bene così come sono. Non chiedermi cose pazzesche.”

Così, nonna Maria volle fare la furba. Aspettò che il bel Francesco si fosse ben bene addormentato. Prese dal suo cestino di lavoro un paio di forbici, ed una sforbiciata qui ed un’altra là, diede un bel taglio a qui baffoni. Poi penso`, “Te l’ho fatta.”

Si ma quello fu il punto. Francesco svegliandosi al mattino, e rimirandosi nello specchio, si vide cosi, con i suoi baffoni mal tagliati.  Non fece un gesto o disse una parola alla sua bella Maria. Con calma infilò le sue cose nelle sacche di viaggio, prese il puledro dalle stalle, lo attaccò al suo calesse e senza un saluto a Maria or alcun altro famigliare, se ne tornò a svernare in Ungheria. Sembra pure che non ne soffrì molto. I baffoni ricrebbero presto e sembra che per consolarsi della mancanza di Maria dal suo letto coniugale pensò ad un rimedio. Era ben risaputo che Francesco fosse un Don Giovanni, e addolcì le sue notti tra le braccia di una sua amante. Quella fu la sua ben intenzionata punizione che aveva escogitato per la moglie Maria e farle comprendere di chi era in comando nella famiglia.”

“Be’ veramente un uomo di carattere quel tuo nonno. Perbacco mi piacerebbe averlo conosciuto.”

“Si, entrambi erano persone inusuali per il giorno d’oggi.

Published by carlogabbiwriter

Italian born, and living in Australia. I'm writing for the past 15 years in both Italian and English language. I pubblished my first book in USA and it's available with Amazon. I also wrote several long stories which are grouped under the name "A song of Love" and several other works available in my blog in Rosso Venexiano.

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